Tatiana Martellini: non toglietemi il basket

43, anni, di cui 37 dedicati al basket, un amore senza fine. Intervista a Tatiana Martellini.
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Certi amori non finiscono. Ti mettono in discussione, ti spingono a dare sempre il meglio. L’amore per il basket di Tatiana Martellini inizia a sei anni. La prima squadra è il Balai Porto Torres. Il numero 10 si distingue in ogni allenamento e partita. Fa più punti di tutte, segna da tre punti, corre da una parte all’altra del campo. Non la ferma nessuno. A ventidue anni la nota Battipaglia, squadra di A2 femminile, e per la prima volta Tatiana fa un’esperienza fuori casa. Ricorda di aver vissuto «nn anno splendido, la società era super organizzata. Nella penisola girano più soldi, è una cosa ormai assodata».

La chiamata della Mercede Alghero arriva subito dopo. Con la compagine sarda fa due anni in serie A1 e quattro anni in A2. Sono gli anni d’oro della Mercede. «Ad Alghero ho imparato a giocare a basket ad alti livelli. In A1 ci si allena tutti i giorni tre volte al giorno. Avevo un allenatore slavo, Popov, che mi ha insegnato tanto. La famiglia De Rosa, tuttora proprietaria della società, è stata sempre presente e disponibile con me. Ho legato tanto con le compagne Valentina Piroli e Manuela Monticelli».

Poi i lutti, che fanno parte della vita e spesso ridimensionano i sogni. «Quando è morto mio padre mi sono riavvicinata a casa. Ho iniziato a lavorare nella ditta dei miei cugini, e tuttora mi alzo alle 4:30 del mattino, inizio a lavorare alle 5». Quell’anno a Porto Torres, con coach Antonio Mura, vince il campionato di serie C. Ma arriva la chiamata dell’Astro Cagliari, che allora faceva la B nazionale, poi diventata A3. Tatiana non riesce a dire di no. «Bastava che facessi due allenamenti a settimana il primo anno, poi sono rimasta nove anni perché l’Astro ormai è come una famiglia. Gli storici rappresentanti della società, Ermanno Iaci e Alfredo Cuncu, sono delle persone splendide. Tuttora non mi pesa farmi tutta la 131 (la strada che collega Porto Torres e Cagliari) più volte alla settimana».

In pandemia togliermi il basket ha significato togliermi tutto.

«Mi sono rimessa in forma con un personal trainer, ogni giorno mi sono allenata duramente, anche sotto il sole, e tuttora lo faccio. Il campionato di serie B femminile è ripartito, ed eccomi qua, di nuovo in campo, sempre con la maglia dell’Astro». Certi amori si rinforzano, anno dopo anno. 

 

Foto di copertina: Giovanni Mattu